Per l’Associazione CAF il tuo 5x1000 è una straordinaria fonte di finanziamento che aiuta a garantire continuità alle attività di accoglienza e cura dei bambini e dei ragazzi vittime di abusi e gravi maltrattamenti accolti in Comunità.
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Grazie al tuo 5x1000 potremo regalare un futuro migliore a tanti minori in difficoltà.
Scopri cosa abbiamo fatto con il contributo ricevuto grazie alla destinazione del 5xmille 2021, leggi il Rendiconto 5x1000 2021 completo di Relazione illustrativa.
(Qui puoi trovare anche il rendiconto 5x1000 2020 e la rispettiva relazione accompagnatoria).
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Andrea, arrivato in Comunità all'età di 11 anni è stato affiancato da Marco, un volontario “speciale”, che lo seguisse nelle attività di tutti i giorni. Marco si è preso talmente a cuore la storia di Andrea, da scegliere di accoglierlo nella sua casa grazie a un percorso di affido familiare.
Andrea è un ragazzino di quasi 14 anni, in Comunità da quasi 3 anni, e per lui non c’è una previsione di rientro a casa perché suo padre è in carcere e sua madre è molto fragile. Il Tribunale dei Minori ha pensato per lui ad un progetto di affido, ma Andrea ha molte paure, teme di non trovarsi bene con dei genitori affidatari, ha paura che anche con loro possano accadere cose che lo spaventino, teme di ferire sua mamma, pensa che tutto sommato la Comunità non sia un posto così malvagio in cui crescere.
Gli educatori e l’assistente sociale, invece, sono certi che Andrea, nonostante le sue comprensibili resistenze, potrebbe avere grandi benefici da un’esperienza di affido, che gli faccia sperimentare un contesto familiare sano, stimolante, nel quale trovare affetto e attenzioni esclusive.
La nostra Equipe Affido - composta da psicologi, pedagogisti ed educatori professionali - ha proposto, dunque, di tentare l’avvicinamento con una persona single, un uomo solido, realizzato professionalmente, desideroso di mettersi in gioco in un percorso relazionale con un adolescente per poterlo accompagnare in questa fase di crescita così complessa ed impegnativa.
Marco viene quindi presentato ad Andrea come un “volontario speciale”, qualcuno che abbia voglia di dedicargli tempo e attenzioni. Tra i due nasce da subito una bella complicità e sintonia, poiché hanno in comune una spiccata ironia e la passione per il basket.
Il rapporto cresce e nel giro di qualche mese viene proposto ad Andrea di formalizzare un affido part-time: potrà trascorrere con Marco 2 weekend al mese e le vacanze estive.
Con la frequentazione più assidua emergono, però, le prima paure e fatiche. Andrea quando è a casa di Marco non riesce a dormire, si chiude a chiave in stanza e gli tornano in mente i litigi violenti tra i suoi genitori, teme che anche Marco potrebbe arrabbiarsi come loro. Dal canto suo, Marco tocca con mano il carico educativo che la relazione con un adolescente comporta, a volte si sente stanco e si chiede se ce la farà.
In questa fase di conoscenza avere spazi e tempi per ricaricare le energie è fondamentale. Andrea può tornare in Comunità per confrontarsi con i suoi educatori, esprimere le sue paure e le sue difficoltà trovando ascolto e rassicurazione.
Marco, invece, si confronta con l’Equipe Affido, raccontando quello che prova e portando le sue fatiche. I nostri professionisti lo aiutano a sintonizzarsi sulle difficoltà del ragazzo e sulle responsabilità a cui sarà chiamato come genitore affidatario.
Entrambi sentono che la loro relazione, anche attraverso queste difficoltà, si fa sempre più significativa e a un anno esatto dalla formalizzazione dell’affido part time, chiedono di passare a un a‑do a tempo pieno.
Oggi Andrea e Marco vivono insieme e, sebbene abbiano vissuto momenti complessi e di fatica, hanno saputo superarli grazie al bene che si vogliono, ma anche grazie all’aiuto e alla fiducia nella nostra equipe che in questa delicata avventura li supporta quotidianamente con grande professionalità.
Elena, Responsabile Servizio Affido
Marta e Andrea, due fratellini accolti qualche anno fa presso una delle nostre Comunità 3-12, hanno potuto fare finalmente ritorno nella propria famiglia d'origine.
Marta e Andrea, due fratellini accolti qualche anno fa presso una delle nostre Comunità 3-12, hanno potuto fare finalmente ritorno nella propria famiglia d'origine.
Questo bel LIETO FINE è frutto di un lungo percorso che, per la complessità della situazione iniziale della famiglia, ha tenuto impegnate con un capillare lavoro di "ricucitura" tutte le risorse della nostra struttura.
L'intervento è stato accuratamente progettato e concordato con i Servizi Sociali del territorio, e il suo completamento ha richiesto azioni graduali durate diversi mesi.
Faticose sono state soprattutto la fase di coinvolgimento della madre, che all'inizio era molto diffidente nei confronti dell'Associazione, e la fase di lavoro combinato con la mamma e i bambini per ipotizzare un rientro a casa.
L'obiettivo primario è stato quello di dare continuità al percorso di "riparazione" della situazione familiare già intrapreso dai bambini in Comunità.
Dai racconti di Marta e Andrea e della loro mamma, oggi emerge che, pur nella fatica del distacco iniziale, questo momento in Comunità è stato vissuto da tutti come necessario perché le cose potessero "ripartire" nel modo giusto.
Questo ci lascia ben sperare per il percorso futuro di questa famiglia, che continueremo a seguire da lontano e alla quale auguriamo il meglio.
Valeria, Coordinatrice Comunità 3-12
Francesco, oggi adolescente, ritorna a casa dopo 4 anni trascorsi in Comunità. La sua mamma è pronta ad accoglierlo facendo tesoro dei consigli e del percorso intrapreso con psicologi ed educatori.
Vi scrivo oggi perché, quando ci saluteremo, sono certa che non riuscirò a dirvi tutto quello che vorrei che voi sapeste. Per quel mix di emozioni che proverò - la felicità di riportare finalmente a casa mio figlio e il dispiacere di lasciare voi - certamente piangerò.
Tutto iniziò 4 anni fa, quando con il dolore nel cuore dovetti separarmi dal mio adorato Francesco e lasciarlo qui da voi in Comunità. Ad accoglierci trovammo Luana e Valentina, persone che si dimostrarono subito disponibili e che, nonostante il mio malessere, riuscirono a rassicurarmi sul fatto che si sarebbero prese cura del mio bambino al meglio.
Questa è stata un’esperienza dura, ma è servita a farmi capire dove sbagliassi con mio figlio e le difficoltà che si erano create nel rapporto tra me e lui, difficoltà di cui prima non ero affatto consapevole.
In questi anni in cui Francesco ha vissuto da voi ho conosciuto tante persone.
Educatori che ora non ci sono più, altri che sono arrivati nel tempo e altri ancora che ci sono stati dal primo giorno: ognuno di loro ha lasciato qualcosa di profondo e prezioso sia in me che in Francesco.
A voi dico GRAZIE di esservi occupati di mio figlio e di esserci stati quando io non potevo. Grazie per tutti i consigli che mi avete dato, per tutte le volte che siete stati ad ascoltarci, grazie per tutte le volte che mi siete venuti incontro.
Oggi Francesco torna a casa, con la gioia di tornare da noi, ma anche con il dispiacere di lasciare voi. Ed è così anche per me, nella consapevolezza che da oggi la nostra vita cambierà ma che senza questo cambiamento non ci sarebbe stata vita.
Quasi 4 anni fa avevo promesso a mio figlio che il giorno che sarebbe uscito di qui sarebbe stato per tornare a casa sua con me, e se sono riuscita a mantenere questa promessa è solo grazie a voi e all’aiuto che mi avete dato. Ora mi sento pronta, ma da mamma mi sento anche preoccupata, perché ho lasciato un bambino e ritrovo un adolescente. Mi domando: sarò in grado adesso? Riuscirò ad occuparmi di lui nel migliore dei modi? Domande certamente legittime. A darmi forza le parole della psicologa di Comunità che poco prima di congedarci mi ha detto: se Francesco oggi può tornare a casa con te è perché molte persone pensano che ora tu sia in grado di prenderti cura di lui al meglio!!!
Una cosa è sicura, farò tesoro di tutti i vostri consigli e se mi troverò in difficoltà penserò a quello che mi avete insegnato in questi quattro anni. Siete persone fantastiche e rimarrete per sempre nei nostri cuori. Vi lascio con la penna ma non con il cuore. A presto e grazie di tutto.
Al raggiungimento della maggiore età, Paolo si trasferisce nell'alloggio per l’autonomia Teen House. Qui si può mettere alla prova come adulto, avendo come punto di riferimento i nostri operatori a cui rivolgersi in caso di bisogno.
Paolo è stato accolto dalla nostra Associazione all'età di 8 anni. Alle spalle aveva già esperienze molto difficili e dolorose, che gli avevano causato una grande difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno.
Ciò che colpiva di lui, erano la spiccata intelligenza settoriale e le passioni per le nuove tecnologie, la lettura e il disegno. Non aveva piacere a parlare di sé e del suo passato, aveva una frequenza scolastica scarsa, faticava molto a fare amicizia e risultava verbalmente aggressivo nei confronti di noi educatori.
Con l'inserimento nella Comunità Teen, Paolo è stato gradualmente spinto a sperimentare in graduale autonomia nuovi contesti, confrontandosi con altri ragazzi che avevano i suoi stessi interessi e acquisendo sempre più consapevolezza delle sue potenzialità. Al raggiungimento della maggiore età è stato il primo dei nostri ragazzi a trasferirsi nel nuovo alloggio per l'autonomia Teen House, con un progetto finalizzato alla totale indipendenza. Qui ha potuto mettersi alla prova come adulto, avendo come punto di riferimento i nostri operatori a cui poteva rivolgersi in caso di bisogno.
Nel tempo trascorso in Teen House, Paolo è riuscito a portare a termine con successo gli studi e a trovare un lavoro nel settore dell'elettronica. Con i primi risparmi, ha deciso di comprarsi un'automobile, che gli permettesse di raggiungere più facilmente il lavoro e di muoversi liberamente in città.
Poco prima del compimento dei 21 anni, ha deciso di lasciare di Teen House perché si sentiva pronto a camminare da solo. "Ormai mi sento un uomo", ha affermato lui stesso quando è arrivato il momento di salutarci.
Michela, Coordinatrice Teen House
Anna ritrova la serenità: dopo un periodo trascorso in Comunità ottiene un diploma e un lavoro che le piace e la aiuta ad avere fiducia in se stessa!
Anni fa, il clima a casa era pesante: mamma e papà non riuscivano a comunicare, io finivo in mezzo alle loro furiose litigate credendo spesso che fosse tutta colpa mia. Un giorno la situazione tra loro è talmente degenerata che è dovuta intervenire la polizia. Poco dopo un’assistente sociale e un’educatrice mi hanno comunicato che sarei andata a vivere per un po’ in una Comunità insieme ad altri ragazzi.
Che ne sarebbe stato di me?
Con la mia valigia entrai nella mia nuova camera e scoppiai a piangere. I primi giorni in Comunità non furono affatto semplici: mi sentivo distaccata dal mondo. Fu la quotidianità rassicurante di questo luogo a risvegliarmi. Scoprii che non era un posto dove ti chiudono fuori dal mondo e stai solo coi tuoi compagni di sfortuna. Al contrario, non c’era giorno in cui non si facesse qualcosa di nuovo, sport, attività, uscite, ma anche la vita all’interno della Comunità insieme agli altri ragazzi mi piaceva.
Con l’aiuto degli educatori ripresi pian piano anche ad andare a scuola e impegnandomi riuscii nell’impresa che prima credevo impossibile: ottenere il diploma! Grazie a questo importante traguardo, mi fu proposto di fare uno stage in un negozio, dove avrei potuto lavorare nel campo che più mi piaceva, la moda.
Dunque, mentre io mettevo insieme i mattoncini per costruire il mio futuro, mamma e papà avevano avuto il tempo di concentrarsi sulle loro difficoltà e ristabilire un rapporto sereno. Inoltre, al compimento del mio diciottesimo anno, l’azienda che mi aveva preso come stagista mi offrì un contratto di lavoro. Finalmente la mia occasione per spiccare il volo!
Tornai così a casa da mia madre con la stessa valigia con cui ero partita. Ora però, era piena di una ritrovata serenità, di un diploma e di un lavoro che mi piace e mi aiuta ad avere fiducia in me stessa!
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Se presenti il 730 precompilato basta scegliere la categoria "Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative e di utilità sociale" e inserire il nostro codice fiscale.
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Certo! Anche chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi, può scegliere di devolvere il 5x1000 all'Associazione CAF.
Basta compilare la scheda con la scelta del 5x1000 contenuta nel CU (Certificazione Unica) e consegnarla allo sportello di un ufficio postale o di un CAF (Centro di Assistenza Fiscale).
La scheda va presentata in busta chiusa con la scritta "Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell'IRPEF", insieme a cognome, nome e al proprio codice fiscale. Il servizio è gratuito.
Se non viene specificato il codice fiscale, la cifra non verrà attribuita all’Associazione CAF ma sarà ripartita in modo proporzionale in base al numero di preferenze ricevute dalle associazioni appartenenti alla stessa categoria.
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